Parlaci dei tuoi fiori, da dove nasce questa passione?
Da quando ero bambina avevo una sorta di ossessione per i fiori, le loro forme, i colori, i loro significati, la loro delicatezza poi era per me qualcosa di magico e prezioso.
Li raccoglievo per farne mazzolini e ghirlande, li facevo seccare nelle pagine dei libri, mi perdevo osservandoli fino a impararli a memoria.
Non solo fiori ma natura in genere, quali sono i tuoi soggetti preferiti?
Nella natura trovo elementi dalle forme armoniose che richiamano quelle del corpo, soprattutto femminile.
Sono fronde di salice o rami fioriti, farfalle, libellule, falene misteriose e fasi lunari. Tutto nella natura ha un linguaggio misterioso fatto di silenzi e cicli, che cerco di inserire nei miei lavori.
Cosa consiglieresti a chi si vuole fare il suo primo tattoo?Piccolo? Medio? Grande?
Nel tatuaggio non c’è giusto o sbagliato, è un rituale, e per amarlo davvero serve in primis amare se stessi.
A chi si approccia per la prima volta al tatuaggio consiglio di seguire il proprio istinto pianificando bene non tanto la scelta del soggetto, che a mio avviso deve essere sempre dettato dall’ ispirazione, ma dello studio tattoo e del tattoo artist in modo da non trovarsi poi con le brutte sorprese che, purtroppo, mi capita di dover coprire sempre più spesso.
Basatevi sempre sul vostro gusto estetico e non lasciatevi influenzare da nessuno, ascoltando se stessi si trovano piu risposte di quante si possano trovare da conoscenti o su internet.
Secondo te il tattoo ha una funzione sociale?
Dipende da come ci si approccia al tatuaggio, se fatto insieme ad altre persone, se rappresenta un legame ad esempio, trovo che possa essere un’esperienza significativa . Contrariamente, se fatto per conquistare l’approvazione di un gruppo o per “disegnarsi” addosso un’identità lo trovo profondamente svilente.
Cosa ti piace di più quando tatui?
Ci sono moltissimi fattori che mi fanno apprezzare questo lavoro. il tatuaggio richiede una grande dose di fiducia e spesso si crea una grande intesa con il cliente, ci si racconta e ci si confronta ed è una fase molto stimolante.
Un’altro aspetto che amo del tatuare è lo stato di elevata concentrazione in cui mi immergo completamente, uno stato di presenza in cui ogni gesto richiede attenzione fisica e mentale.
Spesso tatuando entro in una sorta di trance in cui “ascolto” la pelle, studio l’anatomia per trovare l’approccio migliore per tracciare una linea, calibro la pressione della mano o la macchinetta in base al punto del corpo. E’ un lavoro che insegna molto e non credo che sia mai fine all’apprendimento, sia esso umano o tecnico.
E tu hai tatuaggi in programma per te stessa quest’ anno?
Il problema è che ne ho in mente tipo 20 per cui cerco di lasciarmi ispirare dal momento, non sono una persona che pianifica e avendo la possibilità di accedere con facilità ai tatuaggi e ai tatuatori tendo a decidere in base al momento e all’ ispirazione, Una volta scelto il soggetto però vado dritta come un treno e mi tatuo!
A tale proposito andro’ a fare un giro alla convention di Bruxelles a metà novembre, magari ci sarà occasione di fare qualche incontro interessante e ne nascerà un tattoo..mi tengo aperta alle sorprese 🙂
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